« Indietro | Lecce, 18-19 ottobre, Happening sulla finanza

21/10/2012

L'Happening di Lecce, prima tappa extra siciliana della storia dell'Happening, ha rappresentato la continuazione ideale dell'Happening di Messina dedicato al consumo. Anche in questo caso, al centro della riflessione, vi sono infatti strumenti per far fronte alla difficile situazione economica. A Lecce però il tema è stato approfondito con riferimento al tema del credito.

L'Happening è stato ospitato dal Centro Le Sorgenti, sede di coordinamento delle attività di Emmanuel, un sorprendente complesso architettonico che, nel rispetto dello stile locale, offre agli ospiti un percorso di riflessione, tra mosaici, giochi di luce e simbolismi, che si snoda dalla Genesi all'Apocalisse proponendo, stanza per stanza, ambiente per ambiente, una riflessione a partire dalle scritture bibliche.Con la conduzione di Daniele Ferrocino, presidente di Emmanuel, sono intervenuti Giampietro Pizzo, presidenti di RITMI, associazione di enti di microcredito, Riccardo Aguglia, che ha parlato di azioni europee a sostegno del microcredito, Michele Gravina, responsabile area sud di Banca Popolare Etica, Andrea Limone di Permicro, Cristina Privitera della Fondazione Ebbene, Pompeo Pispico di Vobis, Giancarlo d'Ambrosio, Don Lucio Ciardo e Marco Crescenzi di ASVI.

Da dove siamo partiti

Una finanza a servizio del capitale, che opera secondo le logiche della massimizzazione di breve periodo, spostando risorse da una parte all'altra del pianeta alla ricerca di pochi punti di rendimento immediato in più, o la finanza restituita alla sua vera funzione sociale, quella di permettere, anche a chi sia sprovvisto di mezzi propri, di realizzare idee e aspirazioni economicamente sostenibili, ma non conseguibili senza un capitale di partenza? Questa la domanda alla base dei lavori che Idee in Rete e il Consorzio Emmanuel, sempre con il supporto tecnico di Solco Sicilia, hanno proposto a Lecce il 18 e il 19 ottobre.
E' scontato che la preferenza andasse sulla finanza nel secondo dei significati citati, anche se, come ha ricordato, Michele Gravina, va avviata una riflessione su quanto poi, nei comportamenti pratici di investimento, spesso si prescinda da questi ragionamenti, affidando i propri risparmi alla finanza tradizionale (vedi la campagna di Banca Etica "Non con i miei soldi").
Ma se è chiaro che il buon credito di cui c'è bisogno non è quello della finanza opportunista, va sottolineato come anche il credito verso le persone, il credito al consumo, non sia esente da responsabilità per l'attuale situazione di crisi. Rendere allettante un consumo insostenibile provoca distorsioni, delle vere e proprie scuri sul bilancio familiare.
Non si tratta quindi di aprire indiscriminatamente le maglie del credito, ci sono debiti buoni e debiti cattivi. I debiti buoni sono quelli che producono reddito o che soddisfano bisogni sostenibili e importanti per la persona e per la famiglia.


Permicro, un'esperienza di microcredito e le sue storie di successo



Perché serve il microcredito

Parlare di buona finanza, ha sottolineato Giampietro Pizzo, significa parlare di relazioni, del tessuto sociale, della cultura locale. Partendo da questi principi in questi decenni è stato possibile nel mondo aprire credito a favore di oltre un miliardo di persone non bancabili secondo i criteri tradizionali.
Il "fatto nuovo" di questi anni è che sino a poco fa la microfinanza sembrava la storia di altri, di chi fa cooperazione allo sviluppo in Asia o in America Latina. Ora non è così, per diversi motivi:
1) La globalizzazione ha portato con sé una maggiore mobilità delle persone, con una fetta considerevole di migranti esclusi dalla finanza tradizionale
2) La crisi, che ha spostato al di fuori dalla bancabilità migliaia di persone nel nostro Paese, che per avviare un'attività di impresa necessitano di micro finanza di tipo non tradizionale
3) Molte persone hanno ceduto alle sirene della finanza al consumo, che hanno rovinato la vita di molte persone inducendo ad acquisti non sostenibili, che hanno originato storie drammatiche di persone sovraindebitate.Queste situazioni generano un domanda di intervento finanziario; va però considerato che ristrutturare un debito non ha senso se non è sostenuto da un percorso di accompagnamento che individui il motivo del sovraindebitamento e intervenga per rimuoverlo (reperimento del lavoro, ridefinizione dei modelli di consumo, ecc.).
 


 

Emporio della Solidarietà di Lecce, la fatica di tante famiglie, il bisogno di un sostegno per riprendere la strada


Cosa è il microcredito

Alcune considerazioni a partire da quanto detto
1) L’esclusione finanziaria è diventata pienamente una questione “europea”.

Giampietro Pizzo, cosa è il microcredito

2) Il microcredito non è assistenza, facciamo del male alla persona e a noi stessi se costruiamo una relazione creditizia non equilibrata, erogare con leggerezza, per il “buon cuore” di fare fronte ad una esigenza impellente senza interrogarsi sulla sostenibilità si rischia di mettere la persona di fronte ad una nuova sconfitta.

3) Se il microcredito è uno strumento per la micro impresa, ciò non significa che debba sostenere attività deboli, informali, ai limiti della legalità.
Quindi: se microcredito richiede percorsi di accompagnamento personali e di impresa, la conseguenza è una sola: il microcredito richiede necessariamente che accanto ad un soggetto finanziario operi un soggetto sociale, in grado di interagire sui problemi delle persone e di sostenere percorsi di impresa; in altre parole, imprese sociali. Il microcredito di impresa si caratterizza proprio per questo, non solo per essere “micro” (25 mila euro secondo le definizioni normative), ma per essere collocato entro un sistema di sostegno e accompagnamento.
Quella della sinergia e dell'integrazione tra soggetti di microcredito e cooperazione sociale è forse la consapevolezza di maggior rilievo emersa da queste due giornate di lavoro.


In conclusione

Vi è, in sintesi un filo ininterrotto che lega le misure di sostegno nel momento dell'emergenza quali la distribuzione a titolo gratuiti di beni di prima necessità (a Lecce è stata raccontata l'attività dell'Emporio della Solidarietà), con l'educazione al consumo, le azioni di microcredito con il supporto e l'accompagnamento all'autonomia personale, familiare e imprenditoriale.


Michele Gravina e Giampietro Pizzo, alleanze sociali per il microcredito


Come hanno testimoniato gli operatori del settore, dove il microcredito ha un "prima" (conoscenza, rete sociale, analisi insieme al richiedente) e un "dopo" (accompagnamento e tutoraggio) significativi, il rischio di fallimento si riduce drasticamente.
Se quindi è talvolta frutto di una certa confusione il ritenere - come emerge talvolta in sede europea - che il microcredito serva all'impresa sociale, è invece vero che l'impresa sociale - insieme ai soggetti parte di quella rete di alleanze che era presente a Lecce - è tra gli attori fondamentali per il microcredito.

La sfida che emerge dall'Happening è quindi quella di edificare reti - quella leccese e quella siciliana lì presenti ne sono degli esempi - in cui una rete estesa di soggetti differenti si integra e si prende carico dei bisogni della persona.

 

 
  

 

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